mercoledì 25 gennaio 2012

Dei terremoti, del terrorismo e del cristianesimo adulto


Ieri, al Teatro Parenti di Milano, la prima delle tre repliche dello spettacolo teatrale di Romeo Castelluci "Sul concetto di Volto nel Figlio di Dio".
Oggi, secondo alcuni cattolici, la puntuale e vendicativa risposta di Dio. Ecco l'opinione di una di essi fedelmente copia-incollata:
"intanto....per chi la vuole capire: stamani FORTE SCOSSA DI TERREMOTO A MILANO.... in sè la scossa era di magnitudo 4.9 qualcuno riferisce di magnitudo 5.0 ma ciò che è interessante per noi è la CASUALITA' DEL MOMENTO e la città, una zona NON sismisca e, a seconda degli esperti, non si avvertiva così forte da secoli, non si ha memoria....
Grazie a Dio nessun danno perchè "Dio non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e creda!" dice la Bibbia....e noi non crediamo al caso, crediamo piuttosto che Dio governa il mondo e che le tenebre che lo avvolgono non ci permettono di crederlo, di vederlo...noi crediamo che Gesù ha il potere di sedare le tempeste, come ci dimostra nel Vangelo....noi crediamo che il Caso (C maiuscola) esista nell'ordine in cui Dio vuole comunicarci qualcosa....nella Bibbia leggiamo che la voce di Dio somiglia per certi versi AD UN TUONO...., lo Spirito Santo, leggiamo negli Atti, giunse a Pentecoste "COME ROMBO DI TUONO".... no! non esiste il caso, TUTTO E' GOVERNATO MAGISTRALMENTE DA DIO....il detto "non si muove foglia che Dio non voglia" è una realtà che invitiamo tutti a meditare..."
Concludendo: il terremoto avvertito a Milano e nel Nord-Est dell'Italia altro non sarebbe che l'espressa indignazione di Dio per uno spettacolo ritenuto blasfemo, la minaccia di future e più gravi punizioni nei riguardi una città che si è presa gioco di Lui  per aver consentito un gravissimo affronto al Volto del Figlio.
Queste arbitrarie prese di posizione sono l'altro nome del terrorismo.
La paura di pene terrene ed ultraterrene, lo spauracchio di castighi, la minaccia incombente della collera divina sono stati i cinici ingredienti di quel meccanismo psicologico che da sempre ha irretito milioni di uomini  rendendoli vittime di enormi soprusi e di immani sensi di colpa.
Un cristiano adulto ha il dovere di respingere al mittente simili affronti all'intelligenza umana.
Un cristianesimo maturo non può consentire di far rivivere barbarie durate millenni.
Di sofferenze, lagrime, dolori e sangue ne abbiamo già abbastanza per conto nostro.
Dio non può "divertirsi" con terremoti a scopo pedagogico né con altre calamità naturali per terrorizzare le sue creature.
Questo non è degno di un Padre. Questo non è degno di Dio.
Questo è sadismo allo stato puro partorito dalla mente malata dell'uomo.

sabato 21 gennaio 2012

Degli eroi, dei capri espiatori e dei piani inclinati


Non mi piacciono gli eroi. Non mi sono mai piaciuti. O, per essere più chiaro, non mi sono mai piaciuti gli eroi confezionati ad arte da quella facile retorica che pretende di lavare la cattiva coscienza collettiva.
A ben vedere questi cosiddetti eroi sono quasi sempre uomini uguali in tutto e per tutto agli altri uomini, persone con gli stessi pregi ma soprattutto con gli stessi difetti che è dato di scorgere in ciascuno di noi.
L'eroe vero ha ben altro spessore. L'eroe vero ha il carisma inconfondibile della generosità, dell'altruismo, dell'eccezionalità e della gratuità dei suoi gesti.
Eppure, di questi tempi, non c'è parola più usata e abusata di questa. L'ho già detto altre volte.
Muore un soldato in missione all'estero? È morto un eroe.
Un ufficiale della Capitaneria di porto urla via radio un ordine perentorio (sia pure inattuabile in quel preciso momento) e vi appone il militaresco sigillo di  un volgare turpiloquio? 
Ecco allora un altro eroe. Un eroe nazionale da celebrare oggi sulle pagine dei giornali e da premiare domani con due o tre medaglie appuntate sul petto da chi non sa distinguere l'eroismo vero da quello falso.
Eroe? Ma di che? Vogliamo dare alle parole il significato che meritano?
Per questo motivo non ho simpatia per gli eroi di cartapesta ma non sono nemmeno d'accordo con chi vuole a tutti i costi ricercare con selvaggio accanimento il capro espiatorio da immolare sull'altare di un'opinione pubblica manovrata ed acritica.
L'individuazione e la soppressione del capro espiatorio erano pratiche assai diffuse agli albori della civiltà. Pratiche feroci che per migliaia di anni hanno deciso la morte di innocenti, inondando di immani sensi di colpa le stesse società, piccole o grandi, che di quegli orribili crimini si macchiarono e che ancora oggi scontano quelle antiche crudeltà.
Vogliamo tornare a quella barbarie? Vogliamo riesumare quei riti ancestrali?
Il capitano Schettino, nonostante le pecche gravissime, non può essere il solo a pagare per il naufragio della Concordia. Non può - da solo - diventare il simbolo di un'Italia inetta e priva di qualità.
A rispondere della tragedia consumata a pochi metri dall'Isola del Giglio dovrebbero essere in tanti.
Per esempio:
- i vertici della Società armatrice che, per evitare pericolose cadute d'immagine, avranno (probabilmente) fatto pressioni sul  capitano e gli avranno (molto probabilmente) suggerito di  minimizzare l'incidente, di temporeggiare il più possibile nella speranza (poi risultata vana) che tutto si sarebbe risolto senza pesanti conseguenze per il buon nome della Società; 
- la Capitaneria di Porto che, per prevenire incidenti di quel tipo, avrebbe dovuto vietare da tempo una navigazione così ravvicinata in una zona di mare tanto insidiosa;
- gli ufficiali più vicini al comandante nella catena di comando della nave.
I disastri hanno sempre una paternità collettiva.
P.S.: a proposito poi dell'ordine dato a Schettino di risalire immediatamente sulla nave, qualcuno mi sa dire come avrebbe potuto una persona normale, sia pure investita delle responsabilità di comandante ma in quel momento spaurita, confusa e terrorizzata, superare le leggi fisiche della gravità e dell'equilibrio?
Un comandante di una nave da crociera non è Nembo Kid e nemmeno Mandrake.
E poi cosa avrebbe potuto fare il comandante Schettino su una plancia di comando ormai resa inutilizzabile dalla evidente inclinazione dalla nave? E quali notizie avrebbe potuto raccogliere lassù circa le vittime e la loro suddivione in uomini, donne, bambini come burocraticamente gli era stato richieso? Una nave da crociera non è una barchetta, è una vera e propria città galleggiante e la sua gestione è molto più complessa di quella di un piccolo paese.
Provate ora ad immaginare, per esempio, la sala operativa di una Prefettura che chieda nello stesso modo perentorio ad un Sindaco di un paesino di appena 1.000-1.500 abitanti, impaurito e scosso, di riferire subito dopo un terremoto o, peggio, nel corso di un'alluvione, quante sono le vittime e come queste sono suddivise per sesso ed età.
Ed immaginate anche quale potrebbe essere la risposta di quel Sindaco.

lunedì 16 gennaio 2012

Il Volto Santo

 
Ripulire il Volto Santo dalle profanazioni di Castellucci!
Questa l'esortazione di qualche cattolico scandalizzato e preoccupato per il controverso spettacolo teatrale di imminente programmazione al Teatro Parenti di Milano.
Vorrei spendere ancora due parole su questo argomento che mi sta particolarmente a cuore, anche se - a quel che vedo - la cosa non interessa affatto i miei cinque lettori. 
Del resto uno scrive in primo luogo per se stesso. 
Premesso che l'arte, in quanto tale, adopera in modo libero, incondizionato ed autonomo i  mezzi espressivi con i quali intende comunicare il messaggio, sono intimamente persuaso che il Volto Santo sia stato orribilmente oltraggiato e sfigurato ben oltre il dovuto da secoli e secoli di cristianesimo inattuato. 
L'offesa che viene rappresentata sul palco di un teatro è ben poca cosa rispetto alle offese subite da quel Volto nel corso della nostra storia antica, recente e contemporanea.
La "profanazione" del fondale di una scena sulla quale si staglia il solenne e imperturbabile Volto di Cristo assume - secondo me - il mero valore di un simbolo o, se si vuole, il senso di una dolorosa metafora. 
Le profanazioni vere e proprie sono quelle subite nella carne viva da tanti poveri cristi in terra. 
L'oltraggio disumano al Volto di Cristo, che è poi il Volto dell'Uomo, è quello inferto di continuo dalle guerre, dalla fame, dalle ingiustizie, dalle violenze e dalla barbarie incessante di una cività cinica e crudele che è cristiana ormai solo nel nome.
Perché allora scandalizzarsi ed indignarsi solo per un innocente spettacolo teatrale e non per tutto il resto
Aver rispetto di Cristo, riparare l'oltraggio subito dal suo Volto significa solo aver rispetto dei poveri e degli oppressi.

venerdì 13 gennaio 2012

Questi benedetti blog cattolici...


Uno spettacolo teatrale con al centro il grandioso Volto di Cristo, Volto di maestà e di bellezza infinita, Volto misterioso e impenetrabile, Volto disfatto e reso ormai  irriconoscibile sotto le croste di una civiltà cinica ed anticristiana, questo spettacolo teatrale - dicevo - ha dato il destro ad un blog cattolico per attaccare il malcapitato Arcivescovo di Oristano, Mons. Sanna, che non avrebbe censurato la blasfemia di quella rappresentazione dalla quale, per giunta, egli avrebbe addirittura tratto qualche spunto per una sua omelia.
L'omelia incriminata è questa. Il blog cattolico, peraltro assai pregevole, elegante e molto curato, è questo.
Non avendo trovato niente di riprovevole nell'omelia del Vescovo e non ravvisando elementi di blasfemia nell'opera teatrale, mi domando: ma è mai possibile essere più papalini del Papa? È davvero un errore imperdonabile prendere spunto da un lavoro teatrale che non mi pare né dissacratore né offensivo?
Per certi cattolici la pura forma è divenuta sostanza. Ma la sostanza è ben altra cosa. 
E poi l'arte, se tale è, ha pur sempre le sue intrinseche, sacrosante pretese di libertà (anche in ordine ai mezzi espressivi) che dovrebbero far desistere anche il critico più accanito da qualsiasi giudizio censorio.
Sta di fatto che, per me, le vere offese al Volto di Dio sono quelle che la società cosiddetta cristiana non smette di arrecare al Volto dell'Uomo, sfigurandone in modo irreparabile la dignità quando questa, nonostante 2 millenni di cristianesimo, viene ancora oggi profondamente ferita nei poveri, negli ultimi, negli emarginati, nei perseguitati, nelle vittime innocenti delle guerre e dell'egoismo degli uomini.

giovedì 12 gennaio 2012

In ricordo di Ulisse e di Calipso

Suggestioni mitologiche (su nave MSC "Poesia")

Titano silenzioso,
che scivoli sul mare tecnologico
che fu un giorno degli dei,
tu solchi tranquillo
il liquido regno di Nettuno
le acque libere e felici di Venere,
tu ripercorri i sentieri all'incontrario
di Odisseo
e ti attende la verde valle incantata
lì dove ancora Zeus e Olimpia e Cronos
rivivono immortali
nel sogno breve
di un mattino di settembre.

lunedì 9 gennaio 2012

Beati i ricchi!

Sylva Koscina e Lino Toffolo in "Beati i ricchi"

La consolatoria, gloriosa pagina delle Beatitudini, dopo innumerevoli  ripensamenti di illustri e ispirati esegeti, è stata finalmente capovolta, rielaborata e aggiornata ieri sera anche da Monti, ospite di Fazio.
La ricchezza e la povertà hanno finalmente ciascuna il posto che meritano. 
Altro che Vangelo degli ultimi, altro che eminente dignità dei poveri, altro che baggianate simili!
La ricchezza è ricchezza ed ha di nuovo conquistato il primo posto in classifica. 
I poveri possono finalmente mettere l'animo in pace e farla finita una buona volta con le speranze e coi sogni!.
Il Regno di Dio non è più il loro. Non è mai stato il loro. Il Regno di Dio è quì e adesso. 
E persino Dio, nella sua immensa bontà, volge da oggi il suo sguardo protettivo e amorevole sulla terra dei ricchi, sui mari dei miliardari, sui palazzi e sulle ville dei potenti.
Il povero può attendere. Di pazienza ne ha infinitamente tanta!

venerdì 6 gennaio 2012

Striscia la notizia...

A sentire il Gabibbo, Fabio e Mingo, Luca Abete e tanti altri valentissimi scopritori dei mille sprechi italiani mi viene da chiedere: ma questo Paese non meritava un destino migliore? 
Possibile che lo sperpero sistematico di danaro pubblico non conosca limiti? 
Ed è mai possibile che i responsabili di questo andazzo non paghino mai nulla e che i governi (di qualsiasi colore) non abbiano fatto niente per porre fine a questo scempio?
È una vera e propria vergogna italiana!

mercoledì 4 gennaio 2012

Pietre e luce

Omaggio a Trani

Pietre che raccontano
pietre che sanno di sudore
pietre che respirano storia
pietre che incastonano spazio
pietre che vivono tempo e mare.

Luce che irrompe
luce che disegna forme
luce che eleva colonne
luce che anima pietre
luce che accarezza morte e vita.

Terzine

Una storia di gloria e di misfatti Un popolo d'eroi e di vigliacchi Una genìa di saltimbanchi e matti!